Qingtian Memories from Italy – Zhanwang – ITA


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“There is an urban district in China, which has a symbolic meaning for the Chinese people. Other Chinese often call them “Far Eastern Jews” for their initiative, intelligence, and family orientation. People from this county live in all parts of China. You can find them on every continent, but they prefer to live in Romanesque Europe: countries like France, Italy, and Spain. Those quiet people from a small Chinese county are often the actual makers of the famous Italian clothes and shoes. How Chinese migrants from Wenzhou became a powerful diaspora in Europe?”
(here the full article from “The Lorcha”)
Wenzhou, in the coastal province of Zhejiang
A few months ago, The Economist published an article titled: “Emigrants from a small corner of China are making an outsize mark abroad”. Here you can read the very first part.
“Wang Rui was too young to remember his parents when they left him. He was just two when his mother set off to start a new life in Europe. A year later his father followed her. In the countryside around the coastal Chinese city of Wenzhou, young adults like them were doing the same in droves—abandoning their towns and villages, and often their children, in pursuit of a dream. Why eke out a hand-to-mouth existence in Wenzhou when there was far more money to be made in sweatshops in France or Italy? Why stay behind when so many had already left?”
The Economist (Dec 20th, 2022)
Zhanwang is the author of the Facebook Post you can find below. He and his family come from Qingtian, a town near Wenzhou. When he was still a child, they moved to my hometown (Follonica, Tuscany, Italy), where they own a restaurant. His sister Zhanxing came back to China several years ago, and now lives in Shanghai like me.
Zhanwang talks about life in his hometown Qingtian (and in China in general) in a very spontaneous, funny and enriching way. I also include his nice and sometimes touching photos. Very interesting first person experience, especially for Western people who have a very different background.
This post is written in Italian Language. Here you can find English translation.
Thank you Zhanwang for allowing me to share your experience!

Qingtian Memories from Italy (by Zhanwang Xu) – ITA

La Cina come Ogni paese, ha i suoi lati negativi.
Ecco, stop. Per chi vuole sentire le solite cose, può cercare altrove, oggi voglio raccontarvi di quella parte di Cina che i giornali, le notizie di cronaca, gli esperti troppo spesso omettono perché non fanno scalpore.
La Cina è un paese pieno di opportunità dove il merito, l’impegno e i risultati vengono premiati ma non è un paese per tutti.
La Cina è per coloro che hanno una mente aperta, per i curiosi, per chi non è abituato alla propria comfort zone. È per chi è conscio del fatto che troverà un mondo tutto nuovo, diverso, aspro, per chi è disposto ad accettare che ci sia qualcosa di diverso pur non condividendone i pensieri, gli usi, le tradizioni.
Avete notato che quando si parla di Cina la gente non chiede mai cosa ne pensano i cinesi?
Ecco, chiedete agli over 50, anzi anche 40 cosa ne pensano oggi della Cina, loro che hanno visto il cambiamento, quello più importante.
Sto parlando della fame. Se andate in Cina e chiedete a qualunque anziano come si sta in Cina, vi risponderanno bene, molto meglio.
Vi racconteranno degli anni in cui non c’era nulla da mangiare, che per terra non si trovavano nemmeno le formiche.
Vi racconteranno degli inverni passati al gelo, a pieni nudi per i campi a coltivare, a badare alle mucche sin dai 7-8 anni. Delle urla, delle bastonate, delle ore di camminate solo per andare a prendere l’acqua.
Di bambini di 10 anni che dovevano badare ai fratellini più piccoli, degli abbandoni dei figli, degli scambi tra neonati maschi e femmine come fossero oggetti.
Nonna che ha vissuto quell’epoca, guarda speranzosa l’assemblea del partito, dice che forse aumenteranno la pensione. E’ successo così ogni volta che veniva rieletto zio Xi. Ricorda che negli anni 90 prendeva una pensione di 75 rmb (10 €) e con quelli doveva sfamare tutta la famiglia a fatica e che ora prende poco più di 3000 rmb (400 €), è una bella differenza (sorride).
La maggior parte degli uomini va in pensione a 55 – 60 anni, le donne a 50 – 55. Gli stipendi dei lavori più comuni sono ancora bassi 500 – 800 € ma chi svolge qualche mansione più specifica riesce a portare a casa un ottimo stipendio con relativi benefit.
Gli autobus sono gratuiti per gli over 65, per i più piccoli il biglietto costa la metà, di norma un biglietto non costa più di 0,15 – 0,4 €.
Per gli over 80, lo stato regala 4 € al mese di ricarica telefonica, abbastanza per chiamare e 80 € annuali su una carta, da usare a piacimento per mangiare, massaggi o pulizie di casa con ditte apposite.
Se non si tengono riscaldamenti e condizionatori accesi, la spesa per acqua, luce e gas è veramente irrisoria.
Ci sono dei ristoranti convenzionati in cui gli anziani possono mangiare ad un prezzo molto basso, per esempio in alcuni paesini bastano 40€ al mese per 2 pasti al giorno.
Nel mio paesino non ci sono più i centinaia di risciò, al loro posto ci sono delle piccole auto blu (come quelli dei campi da golf) elettriche che ti portano ovunque in città per pochi spiccioli.
Molti negozi fanno spesso orari continuati dalle 8 alle 21 – 22, l’idea che “più lavori e più guadagni” è nella testa di tutti.
Vedere i bambini di 4-8 anni girare da soli di giorno o la sera a buio, tornare da scuola, fare colazione, mi riporta indietro di 25 anni.
Le ragazze possono camminare da sole per strada, davanti alle banche ci sono decine di donne con borsoni pieni di soldi da scambiare senza dover fare la fila in banca che speculano sul tasso di cambio, la polizia gira senza pistole o manganelli, ci sono telecamere ovunque e i crimini sono molto rari.
Le metro luccicano e sono immense, a volte per cambiare da una linea all’altra devi fare mezzo chilometro, il tempo di percorrenza da una fermata all’altra è spesso di 2 minuti. Mancano i cestini ecco, ci sono veramente pochi cestini, forse per decoro. Ogni tot sui vagoni sale il personale della pulizia.
Ci sono i controlli col metal detector, i biglietti variano in base al tragitto e costano solitamente dai 0,4 € – 0,7 €, nessuno scavalca, anche il più stronzo paga per entrare. E collegano persino gli aeroporti.
Molti cinesi hanno imparato a fare la fila per salire in metro o sul treno, ad ogni fermata ci sono 2 operatori sulla banchina che controllano il regolare servizio, il macchinista esce dalla cabina ad ogni fermata per controllare che possa ripartire. Le banchine non sono aperte che tradotto significa che nessuno si può buttare ogni 3×2 in mezzo ai binari.
Se andate in Cina una cosa che noterete spesso è che ci sono cessi gratis ovunque! Bagni pubblici sparsi in tutta la città, rinnovati a nuovo da pochi anni, anche nei paesini più piccoli e tenuti in modo assurdamente puliti.
Se amazon consegna in 1 giorno, in Cina puoi ordinare una marea di cose e te lo consegnano in meno di 1 ora.
La Cina è così perché ognuno fa la sua parte, sembra che ognuno sappia quale sia il proprio ruolo nella società.
Da questi lavoratori (5), spesso persone anziane o con difficoltà che stanno lì a spazzare dalla mattina alla sera, a volte in situazioni che per me non hanno senso come quando cadevano le foglie dagli alberi per il vento, loro ripulivano e 5 secondi dopo era come prima.
A volte li trovi la sera seduti a bordo strada a riposarsi, su una sedia, sulle loro bici, con gli occhi chiusi.
Poi ancora coloro che girano per la città a raccogliere i cartoni (Le bottiglie, le lattine da rivendere alle discariche. In verità lo fanno anche i miei nonni, tengono da parte tutta la roba che si può riciclare, non per i 1 – 2 € che frutterebbero, ma per abitudine.
(5)
La Cina è un paese che non aspetta nessuno, se ti fermi sei finito. Resterai in quel limbo di milioni di persone che vivranno una vita mediocre.
La competizione è tremenda, la pressione è assurda.
.
La Cina è negli occhi di questi padri, di questi genitori che hanno visto partire i propri figli appena maggiorenni in tutto il mondo e li hanno rivisti invecchiati, adulti.
La Cina sono i milioni di bambini che non hanno potuto crescere con i genitori al loro fianco creando così una frattura che spesso non si risana.
La Cina è questa foto (7), una mamma (quella in piedi) che guarda il suo piccolo giocare, quelle emozioni che troppo spesso lasciamo da parte, che la nostra cultura in qualche modo ci ‘vieta’ di far vedere facendoci sembrare dei robot.
(7)
La Cina son quelle sagome che abbiamo incontrato alle 5 del mattino d’inverno che spingono i loro carrelli pieni di merce su una strada sterrata senza luce per arrivare in città al sorgere del sole.
La Cina son queste persone che, nonostante sia sera inoltrata, se ne restano li all’angolo della strada ad aspettare che qualche buon’anima gli compri qualche fragola in più.
La Cina è il sacrificio di intere generazioni.
Le lacrime di zia che aspetta il rientro di mio cugino da 14 anni, dei suoi sacrifici, della sua fatica, dei suoi silenzi per non farla preoccupare.
Lo sguardo di nonno che 30 anni prima ha visto una figlia partire con uno zaino, che nel 1998 ha accompagnato noi nipoti all’aeroporto di Pechino e che anche questa volta è stata l’ultima figura che abbiamo visto allontanarsi.
Nonno è sempre li a salutarci che siano le 15 del pomeriggio o le 4 del mattino, come se ogni volta potesse essere l’ultima.
La Cina son i suoi giovani che sin da bambini sono abituati a cercare di essere i migliori. Son coloro che hanno scelto di specializzarsi all’estero, imparando e importando il know how in Cina.
Mi ricordo ai tempi della scuola o dell’università le frasi del “speriamo di prendere 6”, “speriamo di passare l’esame”, non l’ho mai capito.
Non sempre ho studiato a dovere, non sempre ero preparato, ma quando c’era un compito, un’interrogazione o un esame ho sempre cercato e pensato di poter prendere il massimo. Dovrebbe essere questa la mentalità.
Ecco, la Cina è quel che è oggi ANCHE perché intere generazioni hanno dato la loro vita, i loro affetti e i propri sogni affinché quelli che venissero dopo avessero una strada più semplice.
È la consapevolezza di tutti che per migliorare la propria situazione familiare, economica, bisogna sostenere un sacrificio che molto spesso è insostenibile e inspiegabile ma necessario.
E tanto altro.
Qingtian a metà anni 90 (6).
(6) Qingtian a metà anni 90
Nella foto 2, sopra, casa nostra, il palazzo a sinistra (a sinistra del ponte rosso nella foto 6).
Nella foto 2, sotto, quello che c’è di fronte (riva destra del fiume della foto 6…già, era vuoto).
(2)
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